La puoi togliere la batteria dal cellulare?

Non è un caso che ormai ogni smartphone nasconda una batteria non rimovibile: design, costi, impermeabilità e, soprattutto, controllo remoto sono fattori chiave. Rinunciare al cellulare significa autoescludersi dal lavoro, dal sesso e dalla vita sociale: pochi possono permetterselo davvero. Domani, con impianti come quelli di Neuralink o Synchron, la possibilità di “staccare la batteria” – cioè interrompere il flusso di dati dal vostro cervello – diventerà vitale per mantenere uno spazio di privacy e umanità. Questo articolo spiega i motivi dietro alle batterie sigillate, l’evoluzione verso interfacce cervello–computer e perché saper interrompere quel collegamento sarà la vera libertà.


1. Ti sei accorto che il tuo smartphone ha iniziato ad avere la batteria non rimovibile?

Negli anni 2000 i telefoni erano spessi e facilmente apribili: da Samsung Galaxy S3 a molti device Android di fascia media, potevi sostituire la batteria con un semplice click. Oggi quasi nessuno lo permette più.
Ci sono ragioni tecniche – i dispositivi sono diventati sottili appena 7 mm, e rimuovere lo sportellino comprometterebbe l’integrità strutturale e l’impermeabilità IP68.
Ma c’è un’altra motivazione: se la batteria è sigillata, il telefono può essere localizzato anche spento, perché alimenta in segreto un microcircuito di tracciamento che prima si disattivava rimuovendola.
In più, montare batterie interne riduce i costi di assemblaggio e i rischi di incendi da manomissione non certificata, permettendo produzioni di massa più economiche.


2. Esiste un motivo: ti devono controllare

Non serve una laurea per capirlo: un dispositivo con batteria interna è in grado di ricevere aggiornamenti firmware anche in standby, impedendo la rimozione fisica di backdoor software e garantendo ai produttori (e alle agenzie governative) un canale sempre aperto verso di te.
Le grandi aziende lavorano insieme agli apparati di sicurezza per tracciare spostamenti e abitudini: in caso di necessità, il telefono diventa un dispositivo di sorveglianza 24/7, anche quando “lo spegni” dal menu.
Per quanto sia fastidioso, la giustificazione ufficiale è “sicurezza dell’utente”: ritrovare un telefono perso o rubato, dare assistenza remota, aggiornare a distanza. Ma il confine con il controllo remoto è sottile.


3. Puoi rinunciare allo smartphone?

Sì, potresti. Ma scopi di meno, è difficile trovare lavoro, non puoi integrarti nella società moderna. Oggi il 97 % degli annunci di lavoro richiede competenze digitali e disponibilità a comunicare via app e piattaforme online.
I social media sono la nuova piazza: senza smartphone perderesti contatti, chat, appuntamenti, opportunità serali. Anche il dating è diventato usa-e-getta con swipe e geolocalizzazione. Rinunciare significa isolarsi quasi del tutto.
Quindi sì, tecnicamente puoi, “se sei disposto a rinunciare a tutto”. Ma in pratica quel “tutto” è la tua vita quotidiana.


4. Sbirri e impianti cerebrali: la prossima frontiera del controllo

Non parliamo più solo di telefonini: Neuralink di Elon Musk e Synchron (supportato da Bezos e Gates) stanno già impiantando elettrodi nel cervello per interfacce neurali che trasmettono dati via Bluetooth e AI in tempo reale(The Australian).
Secondo Grand View Research, il mercato mondiale delle interfacce cervello–computer invasive supererà i 168 miliardi di dollari nel 2025, con un CAGR del 1,5% fino al 2030 (e la parte non invasiva crescerà a doppia cifra).
Immagina un’era in cui agenti e corpi speciali non ti chiedono più “accendi il telefono”: hanno accesso diretto ai tuoi pensieri, alle tue emozioni e persino ai tuoi impulsi sessuali, senza fili esterni.


5. Domanda cruciale: quanto sarà importante poter “staccare la batteria” da un dispositivo come Neuralink?

Pensaci bene…

  • Quando fai l’amore in privato e non vuoi che un algoritmo registri i vostri schemi emotivi e fisici;
  • Quando vuoi ricordare cosa significa essere umani senza IA, senza filtri di comando remoto;
  • Quando serve uno spazio mentale incontaminato, libero da aggiornamenti forzati o intrusioni governative.

L’impianto di una BCI (Brain–Computer Interface) comporta una sorgente di energia interna e software proprietario che, se non disattivato, resta sempre in ascolto. Sarebbe come non poter estrarre la batteria dal tuo smartphone: prigionieri di un continuo streaming di dati cerebrali.


6. Nasce Natural Hackers

Per questo nasce Natural Hackers: non devi avere paura della tecnologia, devi comprenderla, altrimenti non avrai il potere di staccare la batteria a tua piacimento.
La strategia del futuro è il caos: normi mutevoli, tecnologie pervasive, regole che cambiano ogni mese. Navigare queste acque richiede consapevolezza, competenze tecniche e una comunità pronta a ribaltare il gioco.


Fonti

  1. “Explained: Why modern smartphones don’t have removable batteries and how does it affect consumers,” Times of India (2021) (The Times of India)
  2. Reddit discussion on non-removable batteries (cost, size, safety) (Reddit)
  3. “Brain Computer Interface Market Size | Industry Report, 2030,” Grand View Research (Grand View Research)
  4. Synchron’s BCI advances and funding, The Australian (2025) (The Australian)
  5. “Brain-machine interfaces and Neuralink: privacy and ethical concerns,” UC Berkeley Blog (2021) (blogs.ischool.berkeley.edu)
  6. “The Political Implications of Neuralink: A Thought Experiment,” The World Mind (2020) (The World Mind)
  7. “Ethical Assessment of Implantable Brain Chips,” BU WCP (2000) (Boston University)
  8. “Can Neuralink Be Hacked? Cybersecurity Experts Weigh-In,” Compass ITC Blog (2023) (compassitc.com)
  9. “How Does Non-Removable Batteries Come into Being?” Neway (2019) (neway.mobi)
  10. “Deep Brain Stimulation (DBS): What It Is, Purpose & Procedure,” Cleveland Clinic (2023) (my.clevelandclinic.org)

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