Cladosporium sphaerospermum

Il fungo che si mangia le radiazioni a Chernobyl

Nel reattore di Chernobyl prospera Cladosporium sphaerospermum, un fungo che non solo sopporta livelli di radiazione migliaia di volte superiori al naturale, ma cresce più velocemente esponendosi ai raggi gamma grazie a un processo chiamato radiosintesi. Alla base di questo fenomeno c’è la melanina, il pigmento che cattura particelle ionizzanti e le trasforma in energia per alimentare il micelio. Oggi questi studi hanno aperto prospettive inedite: da biorisanamento di siti contaminati, a scudi viventi per astronauti, fino a orizzonti ancora tutti da esplorare nella biologia dei funghi.


Il fenomeno della radiosintesi

Nel 2007 Ekaterina Dadachova e il suo team mostrarono che colonie di C. sphaerospermum esposte a radiazioni ionizzanti crescevano più in fretta rispetto a quelle non irradiate, segno di un vero metabolismo radiotroofico. Questa forma di “nutrimento” ricorda la fotosintesi: anziché clorofilla e luce solare, il fungo usa melanina e raggi gamma per sintetizzare biomassa. Studi successivi hanno confermato cambiamenti nelle proprietà elettroniche della melanina sotto irraggiamento, suggerendo un meccanismo di conversione dell’energia ancora tutto da decifrare.


Applicazioni reali: bonifica e spazio

  1. Biorisanamento di aree radioattive
    Film sottili di micelio sperimentati in laboratorio hanno ridotto la radiazione in superficie fino al 4% in test prolungati, offrendo un’alternativa “viva” alle tecniche tradizionali di smaltimento.
  2. Scudi autorigeneranti nello spazio
    La NASA ha condotto esperimenti a bordo della Stazione Spaziale Internazionale per valutare C. sphaerospermum come barriera contro le radiazioni cosmiche. L’idea è sfruttare un involucro fungino che si autoreplichi, assicurando protezione leggera e rigenerativa per futuri viaggi interplanetari.

Altre frontiere fungine

  • Biodegradazione della plastica: il fungo Pestalotiopsis microspora può degradare poliuretano anche in assenza di ossigeno, grazie a enzimi della famiglia delle serin idrolasi, e ha ispirato kit di riciclo domestico della plastica.
  • Molecole bioattive e materiali innovativi: diversi funghi producono antimicrobici naturali o possono generare biomateriali (isolanti, pelli fungine) con applicazioni industriali e di moda sostenibile.
  • Protezione da metalli pesanti e agenti tossici: la melanina fungina ha mostrato capacità di complessazione dei metalli e di assorbimento di composti organici, proponendosi come ingrediente verde per bioremediation nei suoli contaminati.

Un mondo da esplorare

Il regno dei funghi è ricco di specie e processi ancora ignoti: ogni specie può nascondere strategie metabolicamente rivoluzionarie, molecole uniche e adattamenti estremi. I laboratori diventano ponti tra natura e innovazione, dove si studiano spore, si isolano enzimi e si immaginano biotecnologie di domani.


Conclusione

Senza proclami o inviti espliciti, basta pensare a quanto ancora resta da scoprire: un’intera biosfera microscopica, capace di trasformare in risorsa ciò che consideriamo nemico. Dalla radiosintesi al riciclo della plastica, ogni fungo apre porte su scenari sorprendenti. E mentre la scienza avanza, il mondo miceliale si rivela sempre più come una frontiera viva, pronta a riscrivere le regole del possibile.


Fonti principali:

  • Dadachova E. et al., “Ionizing Radiation Changes the Electronic Properties of Melanin and Enhances the Growth of Melanized Fungi,” PLoS ONE (2007)
  • Travers S., “This Black Fungus Might Be Healing Chernobyl by Drinking Radiation,” Forbes (2024)
  • Shunk G. K. et al., “A Self-Replicating Radiation-Shield for Human Deep-Space Exploration,” bioRxiv (2020)
  • Phys.org, “Testing Chernobyl fungi as a radiation shield for astronauts” (2020)
  • Bhardwaj V. et al., “Biodegradation of Polyester Polyurethane by Endophytic Fungi,” PMC (2011)
  • PMC, “Microbial melanins for radioprotection and bioremediation” (2016)
  • SyFy, “Fungus That Eats Radiation Could Protect Astronauts” (2021)
  • Treehugger, “Mushroom That Eats Plastic” (2019)
  • Nature.com, “Hungry fungi chomp on radiation” (2007)
  • ScienceDirect, “Ionizing radiation: how fungi cope, adapt, and exploit” (2008)

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